Una volta per ridurre il rischio di incappare in un incidente da valanga la prima regola da seguire era una: si inizia a fare sci alpinismo a Marzo, quando l’alternanza tra rigelo notturno e riscaldamento diurno abbassa drasticamente il rischio di valanga a lastroni.
Oggi questa regola è completamente disattesa, gli appassionati di sci alpinismo muovono i primi passi di stagione in perfetta concomitanza con la prima nevicata. E le valanghe? Beh per quelle ci dotiamo di ARTVA e zaino airbag, un po’ meno popolare è lo strumento Avalung che permette al sepolto di respirare per molto tempo sotto la neve. Questi strumenti, che si sono rivelati estremamente efficienti nel ridurre la mortalità in caso di seppellimento, hanno un grosso limite: non prevengono l’incidente ma entrano in gioco a valanga ormai avveuta. Per intenderci sono come la cintura di sicurezza o l’airbag in auto: si spera che possano salvare la vita, ma credo che nessuno di noi guidi l’auto più veloce o più distratto perchè tanto ha la cintura. Giusto?
Lo stesso identico ragionamento va applicato allo sci fuori pista partendo da un dato nudo e crudo: circa il 10% dei coinvoliti in valanga non sopravvive all’impatto contro gli ostacoli o ai salti nel vuoto durante il trascinamento che la valanga comporta. Per gli altri 9 la sopravvivenza può dipendere dagli strumenti sopracitati e ovviamente dalla bravura dei compagni di gita che gestiscono le operazioni di autosoccorso.
A fronte di quanto appena scritto si potrebbe concludere che ragione avevano i vecci: ritorniamo a sciare a Marzo sul firn!
Sarebbe cosi semplice, eppure ogni vero appassionato a questo punto mi manderebbe a quel paese per due concretissime ragioni:
la prima, e prevalente, è che gli sci di oggi sono un attrezzo sviluppato per garantire un perfetto galleggiamento sulla cosidetta powder, la polvere, la mitica neve di Dicembre e Gennaio, che a Febbraio continua a regalarci soddisfazioni per diversi giorni dopo la nevicata nei versanti nord. Sciare letteralmente immersi nella polvere è il sogno di tutti gli appassionati. La seconda ragione è già tangibile oggigiorno e lo sarà sempre di più in futuro: il cambiamento climatico è già incredibilmente marcato sulle Alpi, si parla sempre di scioglimento dei ghiacciai il cui spessore che si assottigli man mano è un metro di misura pratico e concreto, si parla un po’ meno degli altri effetti del cambiamento che però, per chi la montagna la vive tutto l’anno da vicino, appaiono piuttosto evidenti. L’estate è sempre più lunga, che bello! L’inverno invece lascia velocemente posto all’umida primavera, e questo per noi è un po’meno bello. Infatti la nostra ipotetica stagione sci alpinistica che parte da Marzo sempre di più non trova nei mesi di Aprile e Maggio, e a basse quote a volte nemmeno in Marzo delle condizioni favorevoli. In questa discussione stiamo entrando in un campo minato dove è facile incappare in pressapochismi, ma è certo che le temperature medie in montagna stanno salendo e peggio ancora, subiamo, noi ma soprattutto la neve, forti e repentine variazioni, ad esempio oggi ci svegliamo con meno 15 e domani siamo a +10. Questo fa si che le premesse di prevedibilità del comportamento della neve da Marzo in poi vengano un po’meno: i rigeli notturni garantiti sono ormai un ricordo, non così lontano, 10-15 anni fa. Lo sci alpinismo ad Aprile in Dolomiti richiede ormai fortuna col rigelo e lunghi avvicinamenti a piedi sci in spalla. A Maggio, invece, l’appassionato di sci alpinismo parte in auto e dalle Dolomiti si sposta verso le montagne più alte dove le quote maggiori ci consentono ancora di sciare.
Un obiezione che si potrebbe fare, a questo punto, è che se Marzo del 2020 è come Aprile del 1999 allora spostiamo di un mese la regola d’oro: iniziamo a Febbraio. Eh no… chi ha un po’ di competenze di niveologia sa bene che il fattore più preponderante nella trasformazione e assestamento del manto nevoso non sono le temperature bensì l’irraggiamento solare, e quello rimane sempre uguale. Quindi a Febbraio, a nord, dopo un abbondante nevicata troveremo per molti giorni un sacco di polvere su cui lasciare le nostre tracce, ma ancora potremo facilmente incappare nel rischio di lastroni instabili.
Altro tranello di cui ancora non abbiamo fatto menzione: nevica sempre di meno. Meno neve meno valanghe giusto? Anche qui la risposta di chi ha competenze di nivologia è spiazzante: uno strato di neve al suolo piuttosto ridotto può determinare un elevato rischio valanghe che perdura nel tempo, infatti la neve presente è soggetta una trasformazione cosidetta “costruttiva” che allo sci alpinista si traduce come “situazione negativa”. Ecco qua mal spiegato il motivo per cui, negli ultimi inverni poveri di neve abbiamo avuto cosi tanti incidenti da valanga.
Ridurre la probabilità di essere coinvolti in una valanga oggi giorno non può passare seguendo delle regole cosi generali come quella da cui siamo partiti: si, facciamo sci alpinismo con la prima nevicata, magari la seconda, però adattiamoci alle situazioni, non sforziamo, non pieghiamo una natura severa e come detto, sempre più imprevedibile, alle nostre esigenze. Partiamo con la consapevolezza che girare i tacchi, quel giorno li, potrebbe essere la nostra cima. Siamo consapevoli di ciò che ci succede intorno e cerchiamo di entrare in sintonia con il luogo e il momento in cui ci troviamo.
A meno di non cambiare idea… Ha ormai senso praticare quest attività che forse ha gli anni contati? A ognuno di voi la risposta. Per il sottoscritto ha senso nella misura in cui mi riempe di felicità, nel qui e nell’oggi. Ha senso perchè sono io che mi adatto alla natura e ne accetto le condizioni: mi muovo lento nel silenzio delle alte terre conquistando la cima col sudore della fronte, mi allontano dalle piste da sci che semplicemente sono qualcosa di diverso: paragonare lo sci alpinismo allo sci in pista sarebbe come chiedere ad un pescatore come mai non preferisca procacciarsi la carpa al banco surgelati del supermarket.
Scritto da:
Fabrizio Della Rossa, Guida Alpina
La pratica dello sci alpinismo è un modo unico di avvicinarsi e sentire il contatto con la montagna. La sua bellezza è un canto di sirena per noi piccoli umani, i suoi pericoli sono tensione ed adrenalina. Noi, guide alpine, siamo i primi ad esserne incantati, attratti ed irrimediabilmente scelti. La più alta formazione e preparazione tecnica sono a garanzia della sicurezza nostra e dei nostri clienti.
Se vuoi esplorare il nostro mondo di roccia, neve ed emozioni uniche, contattaci ed organizzeremo la tua avventura perfetta!
Puoi scriverci via mail a info@freedolomites.com