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Vie Normali in Dolomiti

Raggiungere le cime delle Dolomiti lungo le loro Vie Normali.


Ogni cima Dolomitica è raggiunta da numerosi itinerari: di questi la cosidetta “via Normale” è quella più semplice. Data la ardita architettura delle Dolomiti, molto raramente la via normale è un facile sentiero, più spesso sono invece complessi itinerari alpinistici, con difficoltà che in alcuni casi possono raggiungere il IV grado. Se per certe torri o cime aguzze la difficoltà può non essere alla portata di tutti, per molte altre vette, più semplici, è sufficiente una buona condizione fisica. Quindi cimentarsi in compagnia di una guida alpina su una via normale è consigliabile, sia ad esperti collezionisti di cime, sia a tutti quelli che, magari stufi delle code lungo le vie ferrate, vogliano raggiungere una cima. Soli, immersi nella pace di una giornata alpina. Alcune lunghe ma facili, altre brevi ma tecnicamente impegnative, le vie Normali che vi consiglieremo portano sempre in cima a qualche vetta affascinante: Tre cime di Lavaredo, Torri del Vajolet, Torre Trieste, Torre Venezia, o le vie normali ai 3000 delle Dolomiti: Sorapiss, Croda Rossa d’Ampezzo, Sassolungo, Marmolada, sono solo alcune delle vette più ambite.

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Le vette più importanti

tipo di attività

alpinismo su roccia

livello

buona condizione fisica

programma personalizzato

vedi “info”

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una lista di vie normali

MARMOLADA: LA REGINA DELLE DOLOMITI lungo la sua via normale

Questa sezione non poteva che aprirsi con la regina delle Dolomiti, ovvero la vetta che con i suoi 3343 metri rappresenta il punto più alto delle dolomiti. La marmolada è costituita da una frastagliata cresta sommitale le cui due cime maggiori sono Punta Rocca e Punta Penia. La più alta è quest ultima. Da notare come, vista la grande distanza tra le due cime, la presenza di un impianto di risalita a punta Rocca non disturbi affatto gli alpinisti che faticosamente risalgono il ghiacciaio per conquistare questa fantastica cima.
La salita dunque avviene con ramponi e picozza lungo un ripido ghiacciaio, poi una breve via ferrata, per poi continuare lungo la cresta sommitale fino alla croce di vetta.
Dislivello: 800 metri, Difficoltà PD.

 

GRAN VERNEL: un 3000 poco frequentato

Se la Marmolada è conosciuta come la Regina delle Dolomiti e l’antelao come il Re, al Gran Vernel certo spetterebbe il titolo quantomeno di Principe, visto non solo l’altezza rilevante, ma anche il portamento elegante da tutti i versanti. La via normale, molto poco frequentata, è un autentica avventura, fatta di grande fatica e passaggi delicati su roccia a volte infima; infine un espostissima cresta fino in vetta.
Dislivello: 1140 metri, difficoltà: III+.

CIMA GRANDE DI LAVAREDO: tra le più belle vie normali

Probabilmente è questa la via normale più ambita di tutte le Dolomiti. Le tre cime di Lavaredo, famose per l’immagine delle loro pareti nord, presentano tutte e 3 delle fantastiche vie normali, la più frequentata è senz altro quella della cima di mezzo, la più alta tra le tre.
Questa salita è un ascensione su roccia da non sottovalutare: è lunga circa 500 metri e presenta brevi sezioni che arrivano al IV grado. Se per salirla impieghiamo 3-4 ore, data la complessità del terreno, il tempo in discesa è circa uguale.

CIMA OVEST DI LAVAREDO E CIMA PICCOLA

le due sorelle che fiancheggiano la cima grande di Lavaredo sono senz altro meno frequentate della prima, e proprio per questo la loro ascensione è assolutamente raccomandabile. In particolare la cima Ovest è solo di pochi metri più bassa e la sua via Normale presenta caratteristiche del tutto similari alla prima, con la differenza che difficilmente incontreremo più di altre 2-3 cordate.
La Normale alla Cima Piccola invece, sebbene più corta (350 metri), è una vera e propria via di roccia dove i tratti di IV grado sono continui e non semplici.

MONTE CIVETTA lungo la sua bellissima via ferrata

la via normale al Monte Civetta, uno dei massicci più alti e imponenti delle Dolomiti, è in realtà una non difficile via Ferrata. L’alternativa alla via Normale è un altra via ferrata, chiamate “Degli Alleghesi” che percorre la bellissima e lunga cresta Nord-Ovest. La scarsa frequentazione di questi itinerari, nonché la bellezza della montagna lo rende un esperienza da consigliare assolutamente. Entrambi gli itinerari sono lunghi coprono un dislivello di oltre 1800 metri, ma fortunatamente poco sotto la cima si trova il rifugio Torrani, il secondo rifugio più alto e certo il meno accessibile delle Dolomiti, ci accoglie con un piatto caldo e coperte confortevoli. Lo spettacolo dell’alba che ci offre è impagabile.

SASSOLUNGO: una via normale complessa e faticosa

la cima principale del Sassolungo, iconico 3000 che domina la Val Gardena, è raggiunto da una delle vie normali tra le più complesse delle Dolomiti. L’itinerario infatti è simile a un labirinto, che tra torrioni di roccia e profonde gole ghiacciate si snoda su diversi versanti della montagna per raggiungere, dopo alcuni passaggi di III+ la cresta finale e dunque la vetta. La via conta un dislivello di 500 metri e uno sviluppo di 1500 metri.

PUNTA GROHMAN

a fianco del Sassolungo, svetta un altro imponente picco, la Punta Grohman, la cui via normale, sebbene più difficile tecnicamente del vicino, è comunque più corta e meno complessa. Ciò che le due condividono è l’ambiente severo e la soddisfazione che regala una volta saliti in vetta. Dislivello 450 metri, difficoltà IV.

TERZA TORRE DEL SELLA

le tre torri del Sella sono famose e frequentate, si caratterizzano per una roccia sana e compatta e avvicinamenti brevi. La via normale alla terza torre è un itinerario divertente che si sviluppa a chiocciola sui versanti sud-est, ovest e nord. Le difficoltà sono di III con un passaggio di IV- per uno sviluppo di 190 metri.

TORRI DEL VAJOLET, TORRE STABELER: vie normali corte ma molto difficili

le torri del Vajolet sono uno dei luoghi più fotografati, e anche frequentati delle Dolomiti. Esse svettano imperiose sopra il rifugio Re Alberto, la via normale più facile è questa: essa comporta comunque un’arrampicata fino al IV- per un dislivello di 150 metri.

PELMO: il “trono di Dio”

Il pelmo, assieme a Marmolada, Civetta e Antelao è uno dei colossi che svettano isolati tra le vette più alte. Esso, per la sua peculiare forma, è anche conosciuto come Trono di Dio. La via normale, pur molto faticosa per il grande sviluppo, non presenta eccessive difficoltà, se non per un caratteristico passaggio chiamato “passo del gatto”. La soddisfazione, una volta in cima, è grande.
Dislivello: 1700 metri, difficoltà: II.

MONTE CRISTALLO

il Cristallo svetta maestoso sia dal lato sud, sopra Cortina d’Ampezzo, sia osservato da nord, dove un grande circolo glaciale avvolge i torrioni di roccia. La via normale, non molto frequentata, richiede una buona preparazione per affrontare non solo il dislivello notevole ma anche per superare delicati passaggi su rocce esposte.
Dislivello: 1410 metri, difficoltà: III.

CIMA CATINACCIO

il Catinaccio è il monte più importante delle Dolomiti Fassane. Il suo versante più spettacolare è quello est, i suoi 700 metri di salto verticale, risplendono alla luce del mattino sopra il Gardeccia. Invece la via normale sale dal versante opposto, quello Ovest, per poi percorrere la lunga e spettacolare cresta nord, fino in cima. Le difficoltà sono intorno al III grado con pochi metri di III+ per uno sviluppo di circa 350 metri. Invece l’avvicinamento dal rifugio Fronza alle Coronelle richiede il superamento di una lunga via Ferrata, la Santner, che in circa 2 ore ci porta alla base della parete.

Calendario
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