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Big walls

Big walls in Dolomiti

La Regina delle Dolomiti, ovvero la Marmolada, raggiunge i 3343 metri s.l.m. L’oramai modesto ghiacciaio che ricopre il suo versante nord consente un agevole salita in cima; percorrendo la cresta sommitale gli alpinisti si accorgono che dall’altro versante, quello solare, quello a sud, la parete precipita senza soluzione di continuità per circa 900 metri di dislivello: un impressionante Big Wall; all’incirca la stessa dimensione di El Capitan, nella Yosemite Valley. La Marmolada non è ne l’unica ne la più alta big wall nelle dolomiti; in realtà la più lunga via su roccia delle Dolomiti è forse il meno noto spigolo nord del monte Agner che conta all’incirca 1600 metri di dislivello. La parete nord-ovest della Civetta è un immensa bastionata alta fino a 1200 metri di dislivello verticale.Oltre a queste immense pareti ve ne sono un numero elevatissimo di altre che variano dai 500 ai 1000 metri di dislivello. Indipendentemente dalla via scelta, la salita di queste grandi pareti è riservata ad alpinisti molto motivati.

focus

scalare grandi pareti in Dolomiti

tipo di attività

Vie di roccia

livello

scalatori con esperienza

quando

da metà giugno a settembre

programma personalizzato

vedi “info”

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livello
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principali big walls in Dolomiti

MARMOLADA PARETE SUD: la parete d’argento

la parete sud della Marmolada, chiamata anche Parete d’Argento, è un immensa bastionata di calcare alta fino a 900 metri e che conta all’incirca 190 itinerari di arrampicata, molti dei quali attendono ancora una ripetizione. La presenza di una cengia mediana, che taglia la parete per quasi tutta la sua lunghezza, regala la possibilità di affrontare la parete in due giorni con un comodo bivacco, spesso dentro un grottino naturale. L’arrampicata si svolge spessissimo su placche di calcare di incredibile qualità, dove l’incessante scorrere dell’acqua ha prodotto rigole e buchi.

MARMOLADA D’OMBRETTA, via Don Quixotte, 700 metri, VII-. è la “classica moderna” per eccellenza, le difficoltà sono prevalentemente di IV e V grado ma la presenza di alcuni tiri più impegnativi offre un assaggio dello “stile marmolada”.

PUNTA ROCCA, via Vinatzer, diretta messner, 900 metri, VII-. Di impegno globale maggiore della Don Quixotte si divide nettamente tra una prima metà lungo diedri e fessure e la seconda parte (diretta Messner) che si svolge invece interamente su placche.

PUNTA ROCCA, via Tempi Moderni, 900 metri, VIII. Itinerario considerato una “classica estrema”, la sua bellezza lo rende forse una delle vie di roccia più belle del mondo.

PUNTA PENIA, via Tomasson, 700 metri, IV+. E’ la via normale della parete sud, nonostante le difficoltà siano apparentemente modeste, per l’ambiente e la qualità della roccia, l’itinerario è senz’ altro impegnativo e severo.

CIVETTA, PARETE NORD-OVEST: una big wall ombrosa

è una grandiosa parete alta fino a 1000 metri e lunga 4 km che si caratterizza per un peculiare ghiacciaio pensile compreso tra le quote di 2650 e 2800 metri. Qui l’ambiente è quello tipico di una parete nord: al mattino il freddo è pungente e quando arriva il sole a scaldarci significa che le ore di luce sono ormai poche! La qualità della roccia varia da orribile a fantastica!

CIVETTA, via Solleder/Lettenbauer, 1000 metri, VI. Passata alla storia come la prima via di VI grado, “è una grande classica, in cui alle difficoltà tecniche si accompagna la severità ambientale (G. Buscaini).

PUNTA TISSI, diedro Philipp-Flamm, 800 metri, V+,VI. Arrampicata faticosa lungo fessure e camini, va affrontata di solito solo luglio e agosto quando il ghiaccio nei profondi camini si è finalmente sciolto.

PUNTA CIVETTA, via Andrich/Faè, 750 metri+350 zoccolo, V+ e VI. Capolavoro d’arrampicata in libera, presenta prevalentemente un arrampicata in diedri e camini.

TOFANA DI ROZES, PARETE SUD

è una complessa e grande parete che domina la valle di Cortina d’Ampezzo. Si caratterizza per un dislivello massimo di 800 metri sulla verticale della cima principale e pilastri di altezza inferiore, che ricordano le mura di un immenso castello. L’arrampicata si svolge su Dolomia di ottima qualità che ne conferisce anche il caratteristico colore rossastro.

TOFANA DI ROZES, via Eotvos-Dimai, 800 metri, IV+. Itinerario classico in ambiente grandioso che corre al centro della parete sud. Nonostante le difficoltà non elevate richiede un buon allenamento vista la lunghezza.

SECONDO PILASTRO, via Costantini-Appollonio, 550 metri, VI+-A1. Una lunga fessura marca al centro della parete, la linea di salita di questo incredibile itinerario che si caratterizza per la presenza di due marcati tetti superabili in artificiale e di un camino strapiombante chiamato schiena di mulo.

MONTE AGNER, PARETE NORD: la più grande tra le grandi pareti

Dalla misteriosa e selvaggia Valle di San Lucano si ergono altissime pareti rocciose, la piramide del monte Agner svetta rispetto alle pareti delle pale di San Lucano e a tutto ciò che sta intorno, con un incredibile salto verticale di 1600 metri. La parete nord conta diversi itinerari, tutti piuttosto estremi eccetto lo spigolo Nord, che nonostante presenti la linea di maggior eleganza, regala un ascensione dai gradi contenuti.

SPIGOLO NORD, via Gilberti-Soravito, 1600 metri, V+-VI. La via inizia con lunghi tratti verticali intervallati da brevi raccordi di camminata tra i mughi, oltrepassata la metà la linea, sempre più aerea, si sviluppa in un crescendo di bellezza e difficoltà. Scalare questa via significa intraprendere un lungo viaggio verticale i cui un bivacco in parete regalerà all’avventura un sapore indimenticabile.

TORRE TRIESTE, PARETE SUD: una calda big wall

“Imperiosamente bella, superiore ad ogni altra per perfezione e la potenza della sua architettura, così da meritare propriamente di essere definita la torre delle torri.” (D. Rudatis). La torre si erge poderosa e slanciata, isolata dalle cime circostanti, tutti gli itinerari che salgono la Trieste presentano un elevato impegno alpinistico dovuto alla lunghezza degli itinerari e alla discesa complessa. La parete più impressionante è proprio la sud, che si presenta di fronte allo sguardo di chi risale dal fondo valle.

SPIGOLO SUD-EST via Cassin-Ratti, 600 metri, VI+ e A0, A1. Grande salita classica a firma di uno degli alpinisti più grandi della storia: Riccardo Cassin. La via sale lungo una linea che cerca i punti più deboli dello spigolo; la prima parte si svolge su roccia friabile ormai ripulita mentre nella seconda parte l’arrampicata si fa entusiasmante lungo fessure e diedri.

PARETE SUD, via Carlesso-Sandri, 600 metri, VI+ e A0. Fu il primo itinerario a vincere la parete sud, realizzazione eccezionale per l’epoca riamane tutt oggi un sogno ambito da tanti alpinisti; anche qua la roccia friabile è ormai ripulita mentre i tratti più difficili offrono roccia ottima.

SPIZ DI LAGUNAZ, PARETE OVEST

Misteriosa e remota, la valle di San Lucano è circondata da alcune delle pareti rocciose più alte e imponenti di tutte le Alpi. Immersa tra le vette delle pale di San Lucano si trova lo Spiz di Lagunaz. Il Diedro Casarotto è l’indiscusso gioiello che ne caratterizza la sua parete ovest.

PARETE OVEST, diedro Casarotto-Radin, 1350 metri, VII-,A1: La via si trova in uno degli ambienti dolomitici più isolati e affascinanti; già il raggiungimento dell’attacco, richiede una faticosa risalita dello zoccolo basale, la via si svolge poi su roccia eccellente con le difficoltà maggiori concentrate prima dell’ingresso al diedro vero e proprio. Una volta raggiunta la cima, l’alpinista deve aspettarsi una lunga e complessa discesa.

ROCCHETTA ALTA DI BOSCONERO

Questa montagna si trova in un settore dolomitico più nascosto e isolato, infatti la prima via su questa montagna fu tracciata solo nel 1964 da alpinisti cortinesi. Da allora tra le pieghe di questa maestosa montagna si sono susseguite generazioni di arrampicatori, mai paghi della bellezza della roccia ma anche della tranquillità che solo un posto magico come il rifugio Bosconero può offrire.

SPIGOLO NORD-OVEST, via Strobel, 750 metri, VII+ A0: La via si mantiene sulla linea dell’imponente spigolo Nord-ovest, zizzagando alla ricerca delle fessure e diedri che ne consentono il superamento. La roccia è sempre buona o ottima.

PARETE NORD, via Navasa, 750 metri, VI+ A0: a detta di molti ripetitori è la più bella via della Rocchetta, offre un arrampicata su roccia solida che stupisce per la ricchezza di appigli; è grazie ad essi che vengono superati in arrampicata libera numerosi tetti.

TRE CIME DI LAVAREDO, PARETI NORD: tra i grandi strapiombi

le grandi pareti nord delle Tre Cime di Lavaredo sono forse tra le montagne più fotografate e sognate al mondo. La costante esposizione nel vuoto le rende forse uniche tra le grandi pareti dolomitiche. Qui l’arrampicata è sempre faticosa e non concede tregua, ma una volta in cima la soddisfazione è sempre incommensurabile.

CIMA GRANDE DI LAVAREDO, via Comici-Dimai, 550 metri, VI+ A0: la via classica per antonomasia, l’abbondante chiodatura rende la sua scalata più agevole, l’esposizione è sempre incredibile.

CIMA OVEST DI LAVAREDO, via Cassin-Ratti, 450 metri, VI+ A0: mentre la parete nord della Grande è una lavagna gialla strapiombante, quella della Ovest si caratterizza per la presenza di enormi tetti nella parte bassa e una roccia grigia verticale nella parte superiore. La via riesce a insinuarsi tra questi strapiombi con un lungo traverso di 2 lunghezze che portano l’alpinista incredulo ad aprirsi la strada verso la vetta.